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Nella città romana, gli elementi che contribuivano alla fisionomia del paesaggio urbano erano molteplici: gli spazi pubblici, per eccellenza luoghi di incontro e di celebrazione, le aree destinate agli scambi commerciali, motore della vita economica, i quartieri produttivi. Al pari di ogni altro edificio cittadino, anche le abitazioni concorrevano alla configurazione delle quinte stradali e alla caratterizzazione funzionale dei quartieri. Obiettivo di questo volume è indagare sotto una nuova luce forme e significati dell'esterno delle abitazioni attraverso il caso di studio delle città vesuviane, dove la conservazione delle superfici verticali consente di osservare un ambiente urbano sostanzialmente completo. Fondata su un repertorio di sessanta abitazioni, l'analisi procede per gradi di approfondimento, dalla scomposizione negli elementi costitutivi dei prospetti alla visione d'insieme, tracciando un percorso diacronico dall'età tardosannitica, epoca in cui il modello della casa "ad atrio" diventa prevalente, all'ultima fase di vita, segnata da un marcato rinnovamento delle forme dell'abitare verso soluzioni più intensive e razionali.